A sette anni dalla morte di Marco Pantani, il 14 febbraio 2004, un fumetto riapre gli interrogativi sulla morte del campione di ciclismo di Cesenatico. “Gli ultimi giorni di Marco Pantani”, (Rizzoli-Lizard, 16 €) – disegni di Lelio Bonaccorso e sceneggiatura di Marco Rizzo – ricostruisce gli ultimi giorni del “Pirata” cercando di porre le domande che, da sette anni, girano intorno ai tragici eventi che hanno portato alla morte di Marco Pantani. Il fumetto si basa sul libro-inchiesta del giornalista francese Philippe Brunel (“Gli ultimi giorni di Marco Pantani”, Rizzoli, febbraio 2008) e ripropone le domande sulle incongruenze nei referti della polizia dopo il ritrovamento del corpo del campione di Cesenatico in un hotel di Rimini.
Cosa è successo veramente dopo il declino di Pantani a partire dalla sua cacciata dal Giro d’Italia del 1999? Perché la sua morte è stata così velocemente archiviata come overdose? Perché non è stata analizzata la possibile presenza di altre persone nella stanza? Perché il cuore di Pantani è stato trafugato?
Sono le stesse domande che pone un articolo apparso su Bicisport di febbraio firmato da Enzo Vicennati (giornalista sportivo che collabora con la fondazione Pantani) e Umberto Salerno (avvocato della famiglia Pantani) che stanno continuando in proprio (con il sostegno della famiglia del Pirata) le indagini sulla morte di sette anni fa. Analizzato le immagini del video realizzato dalla scientifica nell’appartamento del Residence di Rimini dove il ciclista è morto, ne cercano le incongruenze: rumori di posate cadute al suolo che poi verrano attribuite alla rabbia di Pantani; il medico legale che misura la corporea del campione morto con un termometro a mercurio; il tentativo del 118 di defibrillare il corpo, sebbene fosse già in rigidità post-mortem; gli errori tra gli oggetti repertati. «Nessuno si è mai rassegnato al fatto che quella raccontataci fosse la verità. Tonina, la madre di Marco, l’ha sempre sostenuto e ha voluto che si scendesse in profondità», ha commentato Vicennati.