Il 2010 è stato un anno nero nel mercato turistico e vacanziero: diversi dati sono stati pubblicati e tutti sono concordi nel dire che il biennio 2009-2010 sarà ricordato come nero. Un settore, invece, se ne è uscito bene: si tratta del turismo naturale e ecologico.
È quanto emerso dai dati presentati domenica sette maggio alla Camera del Commercio di Chieti, in occasione della 21esima edizione di Ecotur. Si tratta del nono Rapporto sul Turismo Natura realizzato dall’Osservatorio Ecotour, che è formato da Istat, Enit (Agenzia nazionale del Turismo), l’Università degli Studi dell’Aquila e la Regione Abruzzo. Tommaso Paolini, docente che ha coordinato lo studio, ha spiegato come nel 2010 il settore turistico ha perso, in media, un due per cento sulle presenze, mentre le strutture “eco compatibili” hanno avuto un incremento dello 0,51%.
L’aumento si è visto anche per quanto riguarda il fatturato, che ha segnato un più 0,34%, con 10, 75 miliardi di euro. Le zone che più attraggono visitatori sono i parchi naturali e le aree protette (34%), le zone montane (20%), il turismo rurale (12%), le riserve marine (10%) e i borghi (9%). Cosa attira i turisti italiani in queste zone? Prima di tutto, dice lo studio, le attività sportive (42%), l’eno-gastronomia (19%), il relax (16%) e la scoperta delle tradizioni (13%). I turisti esteri prediligono, invece, le Cinque Terre, le Dolomiti, l’Appennino tosco-Emiliano, le isole toscane, il Vesuvio, l’Abruzzo e il Gran Paradiso. Perché? È sempre lo sport in vetta (36%) a cui seguono le visite ai borghi (20%), il trekking (19%), la natura (12%) e il benessere (10,8%).
Questi dati, in generale, confermano la tendenza che gli italiani da un lato sono più attenti all’ecologia e alla sostenibilità dei loro viaggi e, dall’altro, mostrano che un altro turismo, è possibile e fattibile.