Il Centro di Assistenza Tecnica della Confesercenti Sardegna ha effettuato un sondaggio sulla passata stagione estiva nell’isola, interpellando oltre quattrocento aziende sarde che lavorano nel settore turistico, tra cui 150 strutture ricettive, 70 guide turistiche, 25 campeggi e 200 pubblici esercizi che lavorano nel campo della ristorazione.
Il quadro che ne è emerso è disastroso o meglio, un “bagno di sangue”, come lo ha definito, senza mezzi termini, Marco Sulis, a capo della Confesercenti della Regione Sardegna. I dati sono stati presentati venerdì 22 ottobre scorso da fa da Carlo Amaduzzi, presidente per la Sardegna di Asshotel, da Sandro Salerno, presidente di Assoturismo di Nuoro e Ogliastra e da Simonetta Caredda, di Fiepet Cagliari, per il settore della ristorazione.
Le strutture ricettive hanno registrato un meno 62% nelle presenze, con un picco del 93% per quanto riguarda i campeggi. Per gli esercizi che si occupano di intrattenimento e ristorazione il calo è stato, invece, del 63%.
Per questo gli imprenditori del settore turistico sardo si rivolgono alla regione, chiedendo l’intervento in tre settori per loro fondamentali: in primis la costituzione di una flotta navale “regionale”, che sia indipendente da quelle già esistenti e che garantisca il servizio e un prezzo corretto.
Ricordiamo, infatti, il forte aumento dei prezzi dei traghetti che ha coinvolto la Sardegna la scorsa estate, e che ha contribuito alla crisi del turismo. Secondo, la creazione di una Sardegna Tourist Card per mettere in rete tutte le iniziative turistiche e, terzo, investire nella formazione del personale che comprendano lo studio delle lingue, la comunicazione e il marketing.