L’Emilia-Romagna è la quarta regione in Italia per il turismo “open air”, cioè per il turismo di coloro che amano dormire all’aria aperta, cucinare fuori, piantare una tenda, oppure viaggiare in roulotte o in camper, per poter sfruttare al meglio il rapporto con la natura e le gioie dell’arrangiarsi.
Lo dice una ricerca che è stata presentata la scorso fine settimana a Rimini, durante il “Camping & Village show”, il più grande evento italiano dedicato al marketing e al turismo che viene definito, appunto, “open air”.
Prima dell’Emilia-Romagna ci sono solo Veneto, Toscana e Puglia: secondo i dati presentati, infatti, in regione ci sono ben 127 strutture che permettono di fare turismo all’aperto. Si tratta sia di campeggi veri e propri, che di centri vacanze che mettono a disposizione questa possibilità per coloro che sono interessati: in totale in Emilia-Romagna ci sono ben 100 mila posti “letto” o sacco a pelo.
Gran parte di questo commercio si concentra lungo i 120 chilometri di costa dell’Emilia-Romagna: qui ci sono 48 strutture che ospitano 80 mila posti letto. La maggior parte si trova tra Ravenna e Cervia che, con 19 strutture, possono ospitare 30 mila persone, mentre nei lidi di Comacchio, dove le strutture sono 10, ci stanno 20 mila posti letto.
Inoltre, quello “open air” è un settore che sta bene: nel 2011 è stato registrato un aumento degli arrivi del 12%, con relativo aumento delle presenze del 5%.
E a questo va aggiunto un altro record della regione Emilia-Romagna: la media degli ospiti che sono stati nelle strutture all’aperto è del 30-35%, contro una media nazionale del 25%.