L’Unione europea ha finanziato uno studio per approfondire i problemi legati al turismo e ai cambiamenti climatici in Europa. La ricerca si chiama “ClimAlpTour” e ha toccato diversi paesi Ue: Francia, Slovenia, Italia, Austria, Germania e Svizzera, cioè tutti quelli che sono toccati da questa immensa e splendida catena montuosa.
“ClimAlpTour” è un lavoro che ha coinvolto in maniera particolare il Centro Euro-Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici (CMCC), che ha preso in considerazione zone alpine di diverse altitudini, dagli 800 ai 1500 metri.
“ClimAlpTour” si pone come obiettivo quello di capire i problemi di queste zone e di trovare soluzioni per risolverli. Il cambiamento climatico, cioè l’aumento della temperatura terrestre, è un fenomeno che ha colpito in maniera particolarmente significativa il territorio delle Alpi: qui le temperature sono aumentate di quasi il doppio rispetto a quelle del pianeta.
Il problema? La stagione invernale del turismo è a rischio e quindi lo diventa anche l’economia di intere regione che reggono sullo sport invernale e sul turismo escursionistico: secondo i dati raccolti, infatti, l’arco alpino riceve ogni anno 100 milioni di turisti, con un giro d’affari che tocca i 50 miliardi di euro e che fornisce lavoro al 10-12% della popolazione di queste regioni.
Ma quando inizieranno a manifestarsi i cambiamenti? Neanche troppo nel futuro: si stima che già i primi problemi si vedranno tra il 2030 e il 2050. Se le cose proseguiranno al ritmo attuale solo le strutture oltre i 1500 metri potranno continuare ad essere considerate una fonte di entrata turistica.