Enit, l’Agenzia nazionale del Turismo, che si occupava della promozione del nostro Paese all’estero è stata soppressa (o almeno pare). È una delle decisioni prese nella bozza della manovra approvata dal Consiglio dei Ministri del nuovo esecutivo di Mario Monti lo scorso 4 dicembre.
Le prime reazioni non hanno tardato ad arrivare, tra cui quella di Paolo Zona, presidente di Federcongressi, che ha subito protestato, sostenendo che la soppressione di Enit è il segno del disinteresse totale verso il turismo, l’unica impresa italiana che, nonostante la crisi, porta profitti al paese. Va anche detto che il nuovo Ministro del Turismo, Piero Gnudi, ha sì un dicastero, ma senza portafoglio che è stato, inoltre, accorpato a quello dello Sport.
Poi è giunta un’altra voce: pare che invece si trattasse di un malinteso e che l’Agenzia resti al suo posto: così dicono da Confcommercio, dove fanno riferimento a un “riordino” di enti senza nominarne alcuno. Ma voci di corridoio sostengono la soppressione di Enit fosse già bella e definitiva. Nel primo testo, si leggeva, infatti, «saranno trasferite in un fondo da ripartire per la promozione e lo sviluppo del turismo da istituire nello stato di previsione del ministero dell’Economia e delle Finanze. La dotazione del fondo è di 18 milioni 641.742 euro per il 2012, di 18 milioni 970.742 euro per il 2013 e di 19 milioni 303.742 di euro a decorrere dal 2014».
E, per quanto riguarda il personale, si era già deciso che fino a decorrenza del contratto avrebbe operato nelle sede diplomatiche italiane negli ambiti di scambio e promozione. E poi? Non ci sono riferimenti. Ora si attende il varo definitivo della manovra per sapere cose esattamente succederà a Enit Agenzia.