In Emilia-Romagna si discute ancora della tassa di soggiorno. La regione, infatti, è per la sua applicazione e vorrebbe che questa imposta fosse introdotta dai comuni nel modo più omogeneo possibile per non creare disequilibri, polemiche e competizioni sul territorio.
Le federazioni degli esercenti, dal canto loro, continuano la loro battaglia contro questo balzello: Confcommercio, Consulta Regionale del Turismo dell’Emilia-Romagna, Confesercenti e Assoturismo dell’Emilia-Romagna ribadiscono la loro contrarietà alla tassa, dopo che hanno anche organizzato una grande manifestazione a Riccione lo scorso 14 novembre in centro a Riccione.
Ora, con la caduta del Governo Berlusconi e il possibile cambiamento del sistema fiscale per quanto riguarda le amministrazioni locali (reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, rivalutazione delle rendite catastali, revisione del decreto sul federalismo municipale e introduzione dell’Imu) si spera che la tassa di soggiorno venga messa di lato perché sennò so andrebbe a gravare troppo sui consumatori.
Secondo Confcommercio, infatti, la somma di tutte queste imposte (a cui va aggiunto un probabile aumento delle aliquote Iva), toglierà risorse dalle tasche degli italiani per andare a sostenere i bilanci comunali. Sulla base di questa riflessione Confcommercio, Consulta Regionale del Turismo dell’Emilia-Romagna, Confesercenti e Assoturismo chiedono al Governo di ritirare la tassa di soggiorno perché, in questa prospettiva, non farebbe altro che funzionare come deterrente al turismo.
Secondo le associazioni la tassa di soggiorno non farebbe altro che indebolire l’offerta turistica di tutta la regione. Per questo, in un comunicato congiunto, chiedono alla Giunta della Regione Emilia-Romagna di sostenere il rigetto, unitario e per tutti i comuni, di questo balzello, in modo da parlare con una voce unica di fronte al nuovo Ministro del Turismo, Piero Gnudi.