In Emilia-Romagna continua la lotta contro la tassa di soggiorno. Dopo la protesta dell’Associazione Albergatori di Riccione (Aia) di giovedì scorso, continuano le polemiche e gli albergatori scendono in piazza anche a Rimini. E questa volta si tratta della Consulta turismo Emilia Romagna di Confcommercio che ha chiesto, venerdì scorso a gran voce, di non applicare la tassa di soggiorno.
La Consulta di Confcommercio mette insieme tutte le sigle confederali (Federalberghi, Fipe, Faita, Fiavet) degli esercenti del turismo: insieme, sventolando cartelli, hanno intimato a Vasco Errani, presidente della Regione, che la consulta, se la tassa verrà applicata, usciranno da tutti i tavoli di concertazione istituzionali, a partire da APT.
La Regione Emilia-Romagna, infatti, negli ultimi mesi ha lavorato per far sì che l’applicazione di questo balzello (che andrà a toccare il portafogli dei turisti, che si vedranno aumentare il costo del loro albergo) sia il più omogenea possibile su tutto il territorio regione. In molti, tra comuni e città, hanno fatto sapere di essere d’accordo: Rimini e Riccione in primis, Bellaria Igea Marina ha detto no, così come Cesenatico e Ferrara.
Il rischio è di avere molta concorrenza anche sul territorio stesso. Gli albergatori, da parte loro, rispondono che l’Imu (Imposta sugli immobili) sarebbe da sola sufficiente a colmare il vuoto di bilancio di molte amministrazioni; inoltre, se così non fosse, si dicono pronti a pagare tasse più alte sugli immobili. Fondamentale? Per gli albergatori è essenziale non andare a toccare il costo per il turista, che tra aumenti di Iva, benzina e tutto il resto, sta già rinunciando alle proprie vacanze.